La nostra identità?
Da pochi giorni ho finito di leggere un
libro bellissimo intitolato "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio
Badeschi. Come dicevo è un libro bellissimo, che racconta le tristi vicende
della "Julia", un valoroso battaglione degli Alpini, che
durante la seconda guerra mondiale, si trovò a combattere sulle gelide rive del
Don. Una guerra triste e molto dolorosa, che costò all'esercito italiano
centinaia di migliaia di morti per congelamento e per fame. E' un libro intenso
e pieno di umanità che, per la sua cinica crudeltà, ti porta obbligatoriamente
a riflettere su quello che è stato il tuo "fare" il soldato nel
Genio Ferrovieri, e su quello che sarà essere soldati nelle prossime
generazioni. Dopo aver letto quel libro è inevitabile chiedersi se e come
abbiamo vissuto la vita militare, e quali aspetti di essa abbiamo conosciuto
realmente. Probabilmente siamo sempre stati dei ferrovieri prestati
all'esercito, in pochi casi, direi rari ed eccezionali, immedesimati nel
ruolo dei militari. Comunque, non importa cosa siamo stati, ciò che conta è
l'intensità con cui abbiamo fatto e facciamo le cose, perché ciò che mi ha
insegnato quel libro è che il tributo da pagare per essere persone libere è il
sacrificio con cui ci impegniamo nelle cose durante la nostra esistenza.
Purtroppo, la nostra società, ci spinge a non credere in ciò che facciamo, a
non dare la giusta importanza alle cose, a dare un senso di superficialità a
tutto ciò che ci circonda. E' la società dei non valori, la stessa società
che porta all'indifferenza e all'insoddisfazione. Ma la società è costituita
da uomini, prima ancora che diventino militari o ferrovieri. E' per questo
motivo che ognuno di noi è tenuto con responsabilità a fare meglio e con
coerenza l'incarico che gli viene affidato. Spesso tutto questo lo
dimentichiamo, a me lo hanno ricordato gli Alpini della Julia che, dopo
centinaia di chilometri a piedi nella steppa innevata dell’Ucraina, con pochi
stracci addosso e tanta fame, fu l’unico Battaglione imbattuto a tornare in
Italia.
Saluto con affetto tutti gli amici concircolari del Genio Ferrovieri e vi lascio
ponendovi una domanda: non credete che sia ora di organizzare un raduno ?
Teneriello Giuseppe 243/94 ( giustene@tin.it )