Verrès 1966
Era
una stupenda serata settembrina dell’anno 1966. Di fronte alla Stazione di
Verrès iniziavano a scorgersi le prime luci accese del paesino di Issogne
mentre dalla Valle d’Ayas scendeva un leggero venticello nel quale erano
raccolti tutti i profumi della valle.
Era
anche…. la seconda giornata in cui operavo come novello Capo Stazione.
Nella Stazione
di Verrès alle ore 21.00 era previsto un incrocio d’orario fra i treni 50636
e AT 631 (i numeri dei treni potrebbero essere sbagliati il fatto che descrivo
NO). Da Mod. M.53 l’ingresso del treno 50636 era previsto in II° binario
(corretto tracciato), il treno AT 631 in I° binario (deviato); allora la
stazione era munita di segnale di 2a
Categoria, pertanto il treno AT 631 era in possesso di Mod. M.3 per ingresso a
Verrès in binario deviato. Essendo il treno 50636 in ritardo, provvedevo allo
spostamento di incrocio con treno AT 631 nella stazione di Châtillon. Compilavo
il “mio primo” Mod. M.1 con numero del dispaccio di accettazione dello
spostamento di incrocio (ve lo ricordate?), richiedevo la V.L. telefonica a
Montjovet e serenamente disponevo per l’ingresso del treno AT 631 in II°
binario (corretto tracciato), dimenticando di fare prescrivere al suddetto treno
da precedente stazione il cambiamento di binario di ricevimento o di inviare
sullo scambio d’ingresso il deviatore per l’avanzamento con segnale di
manovra. A guastare la mia serenità ci pensarono i macchinisti del treno AT 631
i quali, giunti allo scambio d’ingresso di Verrès avendo il mod. 3 per
ingresso in deviata e trovando il corretto tracciato, si arrestarono ed
iniziarono ad emettere prolungati fischi. Uscii immediatamente dall’Ufficio
Movimento, subito capii l’errore commesso e provvidi ad inviare il deviatore
incontro al convoglio per farlo avanzare con segnali di manovra. Nel contempo
vidi una figura che dal binario di Magazzino scavalcava 2 carri pianali vuoti -
allora si chiamavano Poz - e correva verso l’Ufficio Movimento. La figura che
avevo visto saltare tra i carri e correre verso di me era il compianto M. M.
Rocco il quale, capito l’errore da me commesso ed il provvedimento subito
adottato, entrò in Ufficio Movimento mi guardò e disse “Boia cane
Moretti!”. Non disse altro e non prese alcun provvedimento disciplinare nei
miei confronti, ma per me fu come se mi avesse comminato 15 giorni di c.p.r..
Dopo circa 3 settimane dal fatto narrato si giocava a Torino la partita di
calcio Torino–Inter ed il Maresciallo, tifoso interista come il sottoscritto,
mi invitava ad assistervi.
Ricordo
anche come ogni qualvolta la circolazione risultasse perturbata la sua presenza
aleggiava in stazione come un fantasma: non interferiva mai, ma era sempre
pronto ad intervenire.
Questi
erano i sottufficiali in servizio permanente della compagnia E.L.F..
Moretti Giorgio 144/64 ( alidamor@tin.it )